LA SUA STORIA
Angela Gallaro Goracci, siracusana del 1962, dagli studi artistici nella sua città e in seguito presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, accede presto nel mondo dello spettacolo collaborando e firmando decine di produzioni teatrali come scenografa e costumista.
Rappresentazioni da lei curate sono in cartellone in teatri italiani e stranieri; tra tutte ricordiamo: “La baracca dei comici” di Garcia Lorca con la regia di Ugo Gregoretti (Roma, 1997), “I Beati Paoli” da Luigi Natoli, regia di Giuseppe Dipasquale (Catania, 2003), “La Concessione del telefono” di Andrea Camilleri, regia di Giuseppe Dipasquale (dal 2006 al 2013 nelle maggiori piazze italiane) e per il quale è candidata per i migliori costumi della stagione teatrale 2006/2007.
LE DIONISIACHE
Le locandine
Dal 2017 al 2021 ha curato l’immagine delle DIONISIACHE regalando al Festival, con i suoi manifesti, una identità riconoscibile. Qui sotto alcune tra le locandine che ha creato.
EDIZIONE 2017
EDIZIONE 2018
EDIZIONE 2019
EDIZIONE 2020
EDIZIONE 2021
Gli spettacoli
Sempre per il Festival, proseguendo una decennale collaborazione con il Direttore Artistico, ha curato i seguenti spettacoli:
DIONISIACHE 2017
Teatro Antico di Segesta
"I MENECMI" di Tito Maccio Plauto
Regia di Nicasio Anzelmo
Scene e costumi di Angela Gallaro Goracci
DIONISIACHE 2018 e 2019
Teatro Antico di Segesta
"MOSTELLARIA" di Tito Maccio Plauto
Regia di Nicasio Anzelmo
Scene e costumi di Angela Gallaro Goracci
DIONISIACHE 2021
Teatro Antico di Segesta
"ROMEO E GIULIETTA" di W. Shakespeare
Regia di Nicasio Anzelmo
Grafica e costumi di Angela Gallaro Goracci
DIONISIACHE 2021
Teatro Antico di Segesta
"I SETTE CONTRO TEBE" di Eschilo
Regia di Nicasio Anzelmo
Grafica di Angela Gallaro Goracci
LA SUA SIRACUSA
Siracusa è per Angela Gallaro Goracci città di ispirazione. La sua produzione artistica, svolta nel suo atelier, testimonia una ricerca continua, scandita da un confronto con quello che la città rappresenta per l’artista: repertorio di forme e di colori, segni e gesti, sintesi della cultura del Mediterraneo.
La centralità geografica e culturale, fondata su stratificazioni di messaggi millenari in un territorio di transito e scambio, si evince, mutuata dalla sua sensibilità, nelle opere, veri e propri palinsesti di linguaggi arcani desunti dalle grafie e dalle forme più arcaiche, convertite in composizioni dense di astrazioni magiche tali da svelare altre misteriose concordanze, strettamente connesse con la realtà contemporanea Sempre più spesso riesce a far convivere ricerca pittorica e soluzioni sceniche.